Un video che raccoglie alcuni momenti durante le lezioni e alcune frasi scritte e condivise con il gruppo.
Mi definisco una ricercatrice del linguaggio corporeo. Il mio interesse è focalizzato sul potenziale poetico del corpo come archeologia di storie, memorie, vissuti unici e irripetibili.
La parola “danza” deriva da “danse” che significa densità. Trovare la densità, l’intensità, vuol dire trovare la qualità unica del proprio essere attraverso il movimento, questa è l’idea che guida le mie lezioni.
Laureata in Lettere e Filosofia, inizio la mia formazione sperimentando diversi stili: dalla danza classica, alla modern jazz passando per il teatro – danza. Approdo poi alla danza contemporanea e decido di farne il fulcro della mia ricerca.
Mi Diplomo nel 2015 al Centro Internazionale Movimento e Danza di Milano. Da allora il mio studio si focalizza sulla danza come percorso di ascolto e consapevolezza volto a stimolare l’immaginario personale e il potenziale poetico dei corpi.
La mia metodologia didattica si sviluppa a partire dai principi fondamentali della disciplina: corpo, energia, spazio, tempo, dinamica.
Nell’approccio coreografico sono particolarmente legata al concetto di presenza, intenzione, relazione.
Una storia d’amore raccontata attraverso gesti e movimento delle mani e delle braccia sulla musica di Shigeru Umebayashi (Yumeji’s Theme – In the mood for love)
Negli anni ho frequentato diversi corsi di perfezionamento per evolvermi e approfondire la materia sia sotto il profilo pedagogico che sotto quello performativo.
Dopo diverse esperienze nell’ambito della danza classica e della modern jazz approdo alla danza contemporanea che cambia completamente lo sguardo che avevo precedentemente sulla disciplina.
L’incontro “fatale” è con Valentina Sordo, allieva di Franca Ferrari, che incontro casualmente ai Teatri Possibili di Milano.
Superata l’audizione al CIMD – Centro Internazionale Movimento e Danza di Milano di cui Franca Ferrari è direttrice artistica, mi diplomo nel 2015.
All’interno del triennio di formazione a Milano seguo seminari con Franca Ferrari, Roberta Parmigiani, Valentina Sordo e Tino Schepis approfondendo non solo l’aspetto tecnico e performativo ma anche la pedagogia e le modalità di trasmissione della danza.
Mi interesso via via anche al portato filosofico legato a questa disciplina – la danza come arte della vita – e collocandomi da subito nel solco di una danza di ricerca.
In questi anni maturo l’idea della danza come lavoro artigiano dove la sofisticazione poetica del gesto e del movimento si esprime attraverso un lavoro di consapevolezza, sottrazione e destrutturazione alla ricerca di una essenzialità poetica.
Nel frattempo l’aspetto della didattica della danza diventa per me sempre più affascinante. In particolare l’utilizzo della parola (come strumento generativo in grado di portare il corpo in un’esplorazione precisa e profonda) diventa uno degli aspetti distintivi della mia proposta pedagogica.
Grazie all’uso di visualizzazioni che lavorano sul potenziamento dell’immaginario è possibile creare nuovi schemi corporei in grado di agire sulla qualità del movimento stratificando e aumentando progressivamente le potenzialità tecniche e comunicative. Adeguatamente guidato e con il giusto grado di ascolto, qualsiasi corpo può portarsi dentro un’azione danzata.
Da qui l’ideazione di un metodo basato sul floorwork ma anche sul flow movement che mette insieme tutte le mie esperienze e che non procede per “livelli di competenza” (propedeutico, avanzato) perché considera la lezione come un’esperienza immersiva.
Considero la danza un percorso evolutivo dove la relazione con gli altri corpi diventa fondamentale per l’arricchimento delle proprie competenze di movimento.
Mi sono poi interessata al tema dell’anatomia del movimento anche sotto il profilo neurofisiologico (nascita e sviluppo di un gesto) e dell’azione danzata approfondendo i temi dell’intenzionalità e della chiarezza del movimento.
Ho seguito quindi seminari con Dominique Dupuy, Silvia Rampelli e con Michele Abbondanza e Antonella Bertoni all’interno dei Seminari d’Azione presso la Cartiera di Rovereto.
Ho partecipato inoltre a diversi laboratori di teatro fisico condotti da Michela Lucenti (Compagnia Balletto Civile) e workshop con Franko Schmidt della compagnia Pina Bausch.
Importante per me inoltre il tema del contatto e della relazione tra corpi che ho esplorato grazie a diverse esperienze di Contact Improvisation.
Fondamentale anche l’incontro con la Danza Butoh di Isaki Iwana dove ho potuto sperimentare la magia del gesto minimo e l’espansione del movimento a partire da un sentire.
Mi sono poi avvicinata alla poetica della Danza Sensibile partecipando ai seminari in natura di Claude Coldy (L’Essere Solare presso Tuscania e Memoria Marina a Maratea).
Considerato il contesto circoscritto in cui si muove la danza contemporanea e la scarsità della sua fruizione nel tempo ho cercato di valorizzare la danza anche nel suo valore sociale.
Per questo ho collaborato all’interno del progetto AttivAzioni con il CSM – Centro di Salute Mentale di Duino Aurisina (Trieste), con ICS Consorzio Italiano di Solidarietà all’interno del progetto Balla con me dedicato ai bambini e ai figli dei richiedenti asilo politico con la finalità di promuovere la danza come linguaggio universale ed extra-verbale.
Ideatrice del progetto Danza in GraviDanza che vuole promuovere il movimento danzato come risorsa per la futura mamma e per il nascituro, ho firmato anche il format Facciamo Finta Che e Noi Sì danza dedicato ai bambini da tre a cinque anni all’interno delle scuole materne statali e ho condotto il progetto dedicato all’infanzia Lo spazio magico nell’ambito di SPURG – SPazi URbani in Gioco promosso dal Comune di Trieste.
Attiva poi dal 2019 la collaborazione con la Comunità di San Martino al Campo nell’ambito del progetto Biografie Corporee che ha come obiettivi il potenziamento della salute psicofisica dei membri della comunità ma che esplora anche l’artisticità e la poesia del gesto laddove questo diventa un’archeologia di memorie e vissuti.
Un video che raccoglie alcuni momenti durante le lezioni e alcune frasi scritte e condivise con il gruppo.
Una breve clip tratta dalla performance “E uscimmo a riveder le stelle”.
Visto il contesto elitario in cui si muove oggi la danza contemporanea e la scarsità della sua fruizione promuovo la danza oltre che a teatro anche all’interno di spazi urbani e spettacoli site specific.
Ecco le ultime performance ai Giardini San Michele di Trieste: Poetry Room su musica di Ezio Bosso accompagnata dalle letture delle poesie di Konstantinos Kavafis curate dall’attore Giorgio Amodeo, Fitter Happier, Nude, Videotape, racconti dal lockdown, sulla musica straniante dei Radiohead , Q.B. Quanto Basta, Due più due non fa quattro su musiche di Aubry, e Lettere a un giovane poeta performance di teatro danza su un testo estratto dall’omonimo testo di Rainer Maria Rilke.
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